
Ciao a tutti e bentornati a questa nuova Pillola di Fotografia, la prima dopo svariati mesi di assenza. Lo so che vi sono mancate, ma ogni tanto devo staccare per ricaricare le batterie, magari dedicandomi ad altro cosicchè, al momento giuto possa tornare a dedicarmi al mio amato blog.
E quando mi capita di imbattermi nella foto “giusta” che la molla scatta e devo mettermi a scrivere una nuova Pillola di Fotografia. E la foto “giusta” è quella che potete vedere qua sopra. Si intitola “Crying baby at the border” ed è del fotografo statunitense John Moore. Questa foto ha vinto il World Press Photo nel 2019.
Ed è proprio grazie al profilo Instagram del concorso che questa foto è capitata nel mio feed Instagram e quindi è tornata alla mia attenzione. Una foto di una potenza comunicativa impressionante.
Parliamo dunque di questa fotografia e del suo impatto sul pubblico.
Sin dalla sua pubblicazione, questa foto, che ritrae questa bambina honduregna, Yanela Sanchez, è stata fonte di dibattito.
Nella foto vediamo questa bambina che piange mentre la madre viene perquisita da un poliziotto della guardia di confine statunitense. Madre e figlia sono giunti in territorio statunitense a bordo di un’imbarcazione che ha percorso il Rio Grande, il 12 giugno del 2018.
Il Time puntualizza come madre e figlia siano state separate. Ma è sicuramente l’atto della perquisizione, e ciò che verosimilmente ha portato a questa situazione, oltre alla tensione del viaggio che hanno scatenato il pianto nella bambina.
La Polizia di Frontiera ha prontamente replicato che né Yanela né sua madre risultavano tra le persone separate al confine.
Una contestualizzazione della foto è doverosa. Siamo nel 2018, negli Stati Uniti sono in vigore le norme del Presidente Trump sull’immigrazione. Norme durissime, con tolleranza zero nei confronti di chi varca i confini dello Stato clandestinamente. Il Trattato in questione ha portato alla separazione di moltissimi genitori dai propri figli in quanto gli adulti vengono considerati alla stregua di potenziali criminali e quindi tradotti in appositi centri di detenzione.
La potenza di questa foto, denotata dal pianto disperato della bimba ha portato a una parziale correzione del Trattato stesso a seguito di un forte dibattito sviluppatosi nel Paese.
Come ha descritto la fotografia il suo autore?
“Come fotogiornalista il mio compito è quello di informare e documentare ciò che accade, ma penso che sia necessario umanizzare quanto fotografato poiché queste immagini spesso vengono derubricate a mera statistica.”
La fotografia, oltre ad aver vinto, come detto, il World Press Photo nel 2019 è stata inserita all’interno della mostra (Un)Settled – Storie di migranti nel XXI secolo.
Qualche breve cenno sul fotografo.
Lui è John Moore, fotografo statunitense in forza all’agenzia Getty Images. Il suo profilo instagram è: @jbmoorephoto che, ovviamente, ho iniziato a seguire.
Bene.
Siamo alle battute finali e, come sempre, vi invito a dare una lettura al mio blog e uno sguardo al mio profilo Instagram.
Ciao a tutti e alla prossima Pillola!
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