Ciao a tutti e ben trovati.
Stiamo finalmente tornando, seppure ancora lentamente, alla normalità della vita pre-pandemia. Stiamo ricominciando a uscire, a poter viaggiare, spostandoci da una regione all’altra.
Alcuni di noi, sottoscritto compreso, hanno anche iniziato ad andare al mare.
Bella la normalità. Ma non facciamoci prendere troppo la mano e seguiamo ancora i consigli degli esperti per evitare di ricadere nel baratro e doverci rintanare nuovamente a casa.
Ovunque vi trovate, vi voglio allietare con questa nuova Pillola di Fotografia, la numero 45.
Che oggi dedichiamo a un fotografo russo, Sergei Prokudin-Gorskii, che ha una certa importanza nella storia della Fotografia.
Vi starete domandando il perché uno sconosciuto fotografo russo sia così importante. Per avere una risposta, date uno sguardo all’immagine qua a fianco.
Certo, starete pensando, cos’ha di così importante questa fotografia. Ritrae delle ragazze in abito tradizionale davanti alla loro casa di legno. Una casa decisamente povera. Ed è una foto a colori. Capirai, ci sono milioni di foto simili a colori.
Tutto giusto, è una foto che avremo visto migliaia di volte. Ma è proprio il fatto di essere a colori che la rende così importante. E sapete perché? Perchè è stata scattata nel 1909.
Ebbene sì, questa foto, ad oggi, ha la bellezza di 111 anni. E il fatto che sia a colori è una cosa eccezionale per l’epoca. Parliamo degli albori della fotografia. Ancora si scattava con metodi che sono ben loontani dalla pellicola che abbiamo usato, e che in alcuni casi usiamo ancora, sino all’avvento del digitale e soprattutto con il perfezionamento della sezione fotografica dei nostri immancabili smartphones.
Ripeto, qua ci troviamo di fronte a una foto del 1909 e il fatto che sia a colori ha dell’incredibile. Ma come venne realizzata questa straordinaria immagine?
Lo dobbiamo appunto al nostro Sergei Prokudin-Gorskii (1863-1944). Fotografo russo, fu un pioniere della fotografia a colori.
Sergei Prokudin-Gorskii, in un periodo estremamente “caldo” nella storia dell’Unione Sovietica, quel periodo che va dalla rivoluzione d’inverno del 1905 alla rivoluzione d’ottobre del 1917, si dedicò a un progetto fotografico ben prciso, ovvero fotografare in lungo e in largo l’impero russo per fotografare quello che riteneva essere l’anima del Paese, ovvero la gente comune. Con un lasciapassare dello Zar, e con cinque campagne fotografiche riuscì nel suo intento. E lo fece appunto realizzando immagini a colori, rendendolo così più vivido affinché chiunque lo guardasse potesse immedesimarsi nei suoi soggetti.
E per realizzare le foto a colori utilizzò un metodo veramente ingegnoso, ovvero la tecnica della tricromia, una fotografia ottenuta sommando tre filtri di colore così da ricreare appunto dei colori naturali. Prokudin-Gorskii non era solo un fotografo ma era anche un chimico qualificato che aveva accesso ai più importanti laboratori tecnici dell’epoca in Russia. Poté quindi creare questa tecnica che prevedeva la realizzazione di tre fotografie, utilizzando per ogni scatto un filtro colore differente, uno rosso, uno verde e uno blu e sovrapponendo poi le tre immagini durante la stampa.
Lo stesso sistema che oggi è noto come sistema RGB che è un sistema di colori addittivo. Ovvero sovrapponendo i tre filtri principali si ottengono altri colori (ad esempio sovrapponendo un filtro verde e uno blu si ottiene il colore giallo, mentre se sovrapponiamo il filtro blu sopra il filtro rosso otteniamo il colore viola).
Capite ora perché questa fotografia, e tutte quelle realizzate con lo stesso sistema da Sergei Prokudin-Gorskii sono così importanti?
Prima di questo sistema, e più precisamente tra gli anni ‘50 e ‘60 del 1800 si effettuarono esperimenti simili per ottenere foto a colori, ma i materiali dell’epoca, uniti alle tecniche di sviluppo, erano ancora troppo artigianali per poter dare risultati stabili e credibili.
Ringraziamo dunque questo pioniere della Fotografia per quanto ha realizzato. E anche allo Zar Nicola II che gli diede il lasciapassare per poter viaggiare nella Russia dell’epoca per poter realizzare il suo progetto.
Bene. Si chiude qua questa Pillola di Fotografia. Prima di salutarvi vi lascio qualche link interessante per approfondire la conoscenza del lavoro di questo fotografo:
Alla prossima Pillola. Ciao!
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