
Ciao a tutti e benvenuti a questa ventisettesima Pillola di Fotografia.
Come ho detto ieri, questa settimana tutte le pillole saranno dedicate a Fotografe. Questo perché, eccezion fatta per la Pillola di Fotografia #2, dedicata a Letizia Battaglia, tutte le altre Pillole sono state dedicate a fotografi.
Ma anche le donne hanno saputo, e tuttora sanno, dire la loro in questo campo.
E allora dedichiamo questa Pillola alla prima fotografa ad entrare nell’Agenzia Magnum (nel 1951 come associata e nel 1957 come membro effettivo). Parlo ovviamente di Eve Arnold. Che nasceva il 21 aprile del 1912.
Ebbene no. Non è un caso che Eve Arnold sia stata scelta proprio per la Pillola di oggi.
Vediamo allora di parlare di questa straordinaria fotografa.
Ma prima parliamo della foto a corredo della Pillola. Avrete sicuramente riconosciuto la Divina Marilyn Monroe. Eve Arnold lavorò spesso con lei in molteplici occasioni, realizzando sia scatti in posa che, come in questo caso, uno scatto rubato.
Scatto che realizzò in un casinò del Nevada dove Marilyn era andata con il regista John Huston al termine delle riprese del film “The Misfits” (Gli spostati, nella traduzione italiana).
A quanto pare il regista era solito trascorrere diverse ore nelle sale da gioco del Nevada quando si trovava da quelle parti per girare i suoi film. Quella notte Marilyn lo seguì e ovviamente Eve era al seguito. E realizzò questo scatto bellissimo in cui tutto l’incredibile fascino di Marilyn è riassunto in questa espressione quasi sognante.
Avrete notato che apprezzo Marilyn Monroe, certo non sono un fan accanito, ma come si potrebbe non apprezzarla? E’ ancora oggi Il sex-symbol per eccellenza. Si mangia a colazione intere schiere di attrici e attricette e modelle di oggi senza nessuna difficoltà.
Ma ora basta divagare. Torniamo a parlare della Fotografa di oggi, Eve Arnold.
Eve nacque il 21 aprile 1912 a Philadelphia da una famiglia di ebrei di origine russa. Frequentò per un breve periodo, nel 1950, un corso di fotografia col fotografo Alexi Brodovitch. Inizialmente le sue foto venivano massacrate dalla critica, tanto del suo severo insegnante, tanto dai suoi compagni di corso. Ma questo non fece demordere la caparbia Eve ma anzi, in un successivo compito, realizzato durante le sfilate di moda che si tenevano ad Harlem nelle chiese frequentate dagli afro-americani, lasciò a bocca aperta Brodovitch che le chiese di approfondire quel tema.
Le foto che Eve realizzò in quell’occasione sono ancora oggi definite tra le sue più iconiche. Tanto che Eve decise di inviarle al Picture Post che le pubblicò. Fatto che ovviamente galvanizzò la nostra.
Servizio fotografico che non sfuggì neanche agli occhi di due mostri sacri della Fotografia, Henri Cartier-Bresson e Robert Capa che avevano da poco aperto la loro famosa Agenzia Magnum e stavano cercando un ufficio a New York. Così le proposero di entrare a fare parte dell’Agenzia. Era il 1951. Eve entrò come associata per divenire membro effettivo nel 1957.
Il resto è storia.
E’ il nipote di Eve, Micheal, che ci racconta alcuni aneddoti della vita della sua famosissima nonna (ma guai a chiamarla nonna, diceva). Eve era solita studiare i lavori dei grandi fotografi e la libreria della sua casa di Londra era ricolma dei libri che questi realizzavano.
E’ ancora il nipote che ci racconta come avvenne l’incontro con Marilyn. Nel 1952 Eve fotografò Marlene Dietrich nello studio di registrazione in cui registrò il brano che la rese celebre. Qualche anno più tardi Eve partecipò a una festa in cui c’era anche un’allora esordiente Marilyn Monroe. Che aveva visto le foto che Eve aveva realizzato alla Dietrich. Così, rivolgendosi a Eve le disse “se sei riuscita a realizzare questo con la Dietrich immagina cosa potresti realizzare con me”. Nacque un’amicizia tra le due che durerà dieci anni, sino alla tragica morte di Marilyn. E che consentì a Eve di fotografarla in moltissime occasioni, sia sul set che fuori.
Ma la carriera di Eve proseguirà per molti anni dopo la morte di Marilyn. Anni in cui realizzerà grandi servizi (da cui poi nasceranno altrettanti libri) tra gli Stati Uniti, la Russia e la Cina.
Eve ebbe più volte a sottolineare come odiasse l’etichetta di “donna fotografa”, diceva che nessuno si sarebbe azzardato a chiamare Robert Capa “uomo fotografo”, ma era anche consapevole che in quegli anni la società aveva ben altri ruoli in mente per le donne che non andare in giro per il mondo a fotografare. Fortunatamente Eve mantenne la sua caparbietà con cui superò le critiche dell’insegnante di fotografia, portando avanti una carriera straordinaria. Eve Arnold muore nel 2012.
Bene, anche per oggi si conclude questa Pillola di Fotografia. Alla prossima.
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