Ciao a tutti e ben tornati alla consueta Pillola di Fotografia. Che arriva in doppia cifra. E’ infatti la decima Pillola che il vostro “farmacista della fotografia” vi prescrive oggi.
Ed è una pillola decisamente amara. Forte e decisamente cruda.
Per questa decima Pillola ho scelto un altro dei miei fotografi preferiti, quelli della famosa top three che comprende anche Robert Capa. Mi riferisco al famoso Weegee (Weegee the famous, come lui stesso amava definirsi – e come timbrava le sue foto), al secolo Arthur Fellig.
Nato nel 1899 in Austria si trasferisce all’età di 10 anni a New York con la famiglia. Ed è proprio a New York che inizia la sua carriera come fotografo.
Quando si vuole parlare di fotogiornalismo, di fotografia di cronaca – soprattutto nera – il suo nome è il primo che salta subito alla mente.
La crudezza e l’immediatezza delle sue immagini di nera, di morti ammazzati, di morti per incidenti stradali sono il suo segno distintivo.
Weegee divenne il migliore nel suo campo perché spesso e volentieri riusciva ad arrivare sulla scena prima della polizia.
Aveva tutta la strumentazione per lo sviluppo delle foto nel portabagagli della macchina ed era riuscito a procurarsi una ricetrasmittente che captava le comunicazioni della polizia.
Era talmente noto alla polizia di New York che spesso dormiva nelle centrali di polizia per essere ancora più pronto ad entrare in azione. Venne addirittura soprannominato “fotografo ufficiale della Omicidi s.p.a”.
Ma Weegee non fotografò solo omicidi.
Era un fotografo di strada, un fotografo dei bassifondi di una città come New York piena di luci. Ma dove ci sono le luci, ci sono anche le ombre. Ed era in quegli ambienti che lui si muoveva al meglio. Perchè li conosceva. Ci era cresciuto. Aveva vissuto quella povertà.
Per vent’anni si dedicò assiduamente a fotografare quegli ambienti. Fotografò uomini famosi e infami, dai bassifondi alla crème newyorchese.
Ma la carriera lunga cinque decadi (si interromperà solo alla sua morte avvenuta nel 1968) non è limitata a questo. Successivamente si trasferì a Hollywood dove si dedicò alla forografia di costume, alla pubblicità, alla creazione di effetti di scena per il cinema e inventò un sistema di lenti che distorceva le immagini per creare ritratti bizzarri.
La foto della Pillola, intitolata “Fiesta” turns into tragedy fu scattata nel 1939 in Mulberry Street, nella zona di Little Italy a Manhattan. Il fatto che la parola fiesta sia tra virgolette lascia sottointendere che non doveva trattarsi della tradizionale festa in cui tutti si divertono e ballano, ma una serat che probabilmente si teneva in qualche locale equivoco del quartiere e che si è trasformata in una tragedia per un regolamento di conti. Che fosse per fatti successi all’interno del locale a causa dei fumi dell’alcool o per affari poco puliti finiti in regolamento di conti non ci è dato saperlo.
Quello che vediamo è un corpo steso per terra con il sangue che gli esce dalla testa e un manipolo di persone, tutte rigorosamente ben vestite che assistono alla scena. Scena a cui evidentemente partecipa anche la polizia ma tenendosi a distanza dal corpo probabilmente in attesa della polizia scientifica per i rilevamenti del caso.
Oggi le migliori foto di Weegee (di crudo ma superbo realismo) sono conservate al MoMA, il Museo delle arti Moderne di New York.
Bene. E con questo si conclude anche questa pillola. Come sempr, se vi va, potete commentare sulla mia pagina Facebook o sul mio profilo Instagram (@marcoscottofotografo).
Alla prossima Pillola!
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