
Ciao a tutti e ben tornati a una nuova Pillola di Fotografia.
E’ passato oltre un mese dall’ultima Pillola, dedicata al grande Paolo Pellegrin (che potete leggere qua).
In questo arco di tempo ne ho approfittato per riprendere in mano la macchina fotografica e dedicarmi a qualche piccolo, estemporaneo, progetto. Il che ha anche coinciso con un piccolo ammodernamento del mio sito web, lo stesso su cui leggete queste Pillole. Ho aggiunto infatti la sezione Photogallery, che contiene sia le foto realizzate in questo periodo, sia una selezione di foto sciolte, esercizi di stile in street-photography Spero che coglierete il mio velato invito per andare a visionarle e, se vi andrà, potrete farmi sapere cosa ne pensate.
Ma ora possiamo tornare senza indugio a questa nuova Pillola. Dedicata a una grandissima fotografa americana, la cui passione, caparbietà e straordinaria capacità l’hanno condotta in giro per il mondo a documentare tantissimi eventi storici e a fotografare personaggi di assoluto rilievo come Stalin e Gandhi. Soprattutto quest’ultimo e l’India sono state oggetto di attenzione da parte della Bourke-White sino alla morte di Gandhi e agli sconvolgimenti che hanno caratterizzato il subcontinente indiano subito dopo l’ottenimento dell’indipendenza dalla Gran Bretagna.
Ma Margaret Bourke-White, che ha iniziato a lavorare come fotografa di architettura e industriale per poi dedicarsi al reportage, è stata una pioniera anche nella pubblicazione di libri fotografici in cui il connubio immagini/testi era l’idea fondamentale, laddove le sole immagini non sarebbero state sufficienti a raccontare quegli eventi, per la creazione di quel famoso libro, You have seen their faces, pubblicato nel 1937 in collaborazione con lo scrittore Erskine Caldwell. Un libro che mostra le dure condizioni di vita degli americani che più di altri pagavano i danni creati dalla Grande Depressione. Un libro di straordinaria indagine giornalistica uscito ben quattro anni prima di un altro libro capolavoro, Let Us Praise Now Famous men, realizzato dal fotografo Walker Evans e lo scrittore James Agee.
Ma Bourke-White era sicuramente una donna caparbia, che amava il suo lavoro. E di lei ricordiamo come non avesse paura di arrampicarsi sulla cime del Chrysler Building dove, al sessantunesimo piano, si trovava il suo ufficio. Ma non solo. Di certo non aveva paura dell’altezza. Il trucco era di pensare che si trovasse a tre metri di altezza anziché a trecento. Anche per questo suo innato coraggio sarà la prima fotografa donna a realizzare fotografie aeree a bordo degli aerei dell’esercito americano che, per lei, in quanto reporter di guerra, realizzeranno la prima divisa che la rendesse immediatamente riconoscibile e identificabile come fotografa.
Margaret Bourke-White, nata come fotografa pubblicitaria per le riviste dedicate a tutto ciò che ruotava intorno a fabbriche ed acciaierie e passata al reportage e alla fotografia documentaristica socio-politica lavorò e addirittura contribuì a creare riviste poi passate alla storia del fotogiornalismo come Fortune e, soprattutto, Life.
Era una donna sicuramente d’azione ma quando il Parkinson le rese impossibile lavorare non si chiuse in se stessa anzi, accettò di mostrarsi in questa nuova condizione grazie alle foto realizzate dal famoso fotografo e suo carissimo amico Alfred Eisenstaedt.
Margaret Bourke-White moriva il 26 agosto 1971.
Cosa dire della foto di questa Pillola. La foto è stata scattata nel 1937 durante le alluvioni che hanno colpito Louisville in Kentuky. Salta immediatamente agli occhi, grazie a una straordinaria composizione dell’immagine, il contrasto tra il messaggio che riporta il manifesto dell’Associazione Nazionali Industriali: “Non esiste niente al mondo come lo stile di vita americano” e, ancora più sopra il testo “I più alti standard di vita”. Ovviamente i testimonial di questo messaggio è la classica famigliola BIANCA, bella, sorridente, dentro la loro bella macchina. La classica immagine razzista americana. Nella parte inferiore invece la popolazione in maggioranza afroamericana, colpita dai danni causati dall’alluvione, in fila per ricevere gli aiuti. Quindi, sopra la ricca mid-class bianca che rappresenta gli alti standard qualitativi di vita americana, sotto la dura realtà, il popolino, che attraversa un momento di grossa difficoltà.
Margaret Bourke-White è una fotografa che ogni appassionato di fotografia che si rispetti dovrebbe conoscere. Pertanto vi invito ad approfondire la conoscenza iniziando da due interessanti volumi ad essa dedicati, il primo “Prima, Donna. Margaret Bourke-White”edita da Contrasto; il secondo volume invece fa parte della collana intitolata “I visionari della Fotografia” edita dal gruppo editoriale a cui fanno capo National Geographic Italia e La Repubblica.
Bene. Si conclude qua questa Pillola di Fotografia che spero avrete apprezzato.
Alla prossima.
Ciao!
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