Pillola di Fotografia #19: La piccola mendicante (1858)

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Pillola di Fotografia #19: La piccola mendicante (1858)

Ciao a tutti ed eccomi qua con la consueta Pillola di Fotografia.

La fotografia, e il fotografo, di oggi sono decisamente particolari. Sono delle vere e proprie celebrità. Capirete più avanti il perché. Consentitemi di mantenere questa suspence per un altro po’ di tempo.

Facciamo prima un quadro storico. Questa foto, il cui titolo è La piccola mendicante, è una foto del 1858. La fotografia era un arte decisamente giovane, aveva appena trent’anni. Eppure stava prendendo piede rapidamente. Il perché è facile intuire. Era un mezzo che consentiva anche al ceto medio di aspirare ad avere un ritratto di sé e dei propri cari. Prima dell’avvento e la diffusione della fotografia, che portò all’apertura di centinaia di studi fotografici in molti paesi tra cui, indubbiamente, Francia e Inghilterra, il ritratto era un qualcosa riservato al ceto ricco e nobile della società. Ai Re, ai Papi. All’alta società. Che si avvaleva dei servigi dei grandi ritrattisti dell’epoca per farsi ritrarre. Ritratti in cui mettere in mostra la propria ricchezza e il proprio “peso nella scala sociale”. La fotografia, come detto, cambiò, drasticamente, questo status. Nel corso delle Pillole avrò modo di approfondire questo discorso.

E prese particolarmente piede la fotografia di bambini.

E non era, come potete immaginare una cosa semplice. Insomma, chiunque abbia provato, oggigiorno, a fotografare i propri figli in posa, soprattutto se molto piccoli e molto vivaci, saprà quanto questo sia complicato. E la tecnologia moderna consente di avere scatti immediati. Si schiaccia il pulsante e nel giro di un battito di ciglia la fotografia è bella e fatta. E se non è venuta bene non c’è nessun problema a rifarla.

Ma a metà del XIX secolo le macchine fotografiche non erano così rapide. Per scattare una foto ci volevano diversi minuti in cui il soggetto doveva stare immobile. Altrimenti la fotografia era sbagliata, mossa, poco nitida. E non era né semplice, né tantomeno economico rifarla.

Fotografare i bambini era decisamente un’impresa complicata. E se i bambini più grandicelli si prestavano a stare in posa per i più piccoli era tutt’altra storia e ci si doveva sbizzarrire per inventare dei sistemi per tenerli buoni e in posa. Uno dei sistemi più in voga era quello di farli tenere in braccio a un genitore, quasi sempre la madre, che veniva ricoperta da un drappo nero per mimetizzarla con lo sfondo. Un filino bizzarro non trovate? Gli anglofoni userebbero il termine creepy, che secondo me rende meglio l’idea. Altri metodi per tenerli calmi? Beh, diciamo che erano decisamente meno ortodossi. Se qualcuno pensa ai nonni che “allungavano” i pasti dei nipotini con il vino o con alcoolici più forti, beh fuocherello…

Ma giungiamo finalmente alla fotografia oggetto della Pillola. La piccola mendicante si chiamava Alice Pleasance Liddell, e in questa foto aveva sei anni. L’autore della fotografia? Charles Lutwidge Dodgson. Questo nome non vi dice niente? Non ne dubito. E allora vi dico subito che il “nome d’arte” era Lewis Carroll. Questo nome vi dice decisamente qualcosa. Più di qualcosa. E il fatto che la bimba ritratta si chiamasse Alice vi fa scattare qualche molla nel cervello? Beh, se la risposta è no, la vostra cultura letteraria ha lacune gravissime. E in quel caso vi consiglio di andare a recuperarvi due libri scritti appunto da Lewis Carroll ovvero Alice nel paese delle meraviglie e Alice attraverso lo specchio.

Vi è tutto più chiaro ora? Ebbene sì, la bimba ritratta è la famosa Alice dei racconti di Carroll.

Lewis Carroll non era solo uno scrittore (principalmente di racconti per bambini) ma anche un appassionato fotografo. Iniziò ad avvicinarsi all’arte fotografica a partire dal 1856. Ad introdurlo a questa passione fu suo zio Skeffington Lutwidge. Ad Oxford poi poté contare sull’appoggio del suo amico di vecchia data Reginald Southey e di Oscar Rejlander, rinomato fotografo.

In brevissimo tempo riuscì a acquisire perfettamente la tecnica, tanto da diventare abbastanza noto nel settore. Si ritiene che i primi anni, accarezzasse addirittura l’idea di mantenersi unicamente con questa sua passione. Fortunatamente per noi, non lo fece.

Lewis Carroll smise bruscamente di fotografare nel 1880. In questo arco di tempo collezionò oltre 3000 scatti. Di cui la metà, si stima, fossero ragazze e bambine. Carroll aveva un’idea ben precisa sulla bellezza: la riteneva uno stato di grazia, di perfezione morale, estetica e fisica che ritrovava solamente nelle giovani ragazze che amava frequentare (supponiamo in modo totalmente innocente) e fotografare.

Mi sono dilungato più del solito, ma l’occasione era troppo ghiotta per essere stringati.

E così si conclude anche questa settimana di Pillole. Vi sono piaciute? Spero di sì, perché mi sto veramente divertendo a scriverle.

Alla prossima Pillola.

Ciao!

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