Ciao a tutti e benvenuti al consueto appuntamento con la Pillola di Fotografia.
Curioso che proprio oggi io rilasci la Pillola numero 16 visto che 16 è il doppio di otto e il quadruplo di quattro. E oggi è, guarda caso l’ottavo giorno del quarto mese. A volte i numeri sono veramente curiosi.
Chiudo la parentesi sui giochi coi numeri passo a parlare della fotografia di oggi.
Ma prima è doveroso fare una piccola introduzione che comunque si aggancia con l’immagine che vi vado a proporre.
I più attenti di voi, ascoltando i vari telegiornali per tenersi aggiornati sull’andamento della pandemia e della quarantena, avranno sentito di una notizia che arriva dagli Usa e che riguarda la casata dei Kennedy. Sì proprio quella, una delle famiglie più potenti degli Stati Uniti. Ma anche tra le più sfortunate o perseguitate dalla mala sorte. Al netto degli assassinii di John Kennedy e di suo fratello Robert. La notizia riguarda proprio la discendenza di quest’ultimo ma senza essere l’ennesimo omicidio di Stato. No, stavolta si tratta di un tragico incidente. Le vittime sono la nipote di Robert, Maeve Kennedy Townsend McKean (40 anni) e il suo figlioletto di appena otto anni. Qualche giorno fa il marito di Maeve ne aveva denunciato la scomparsa. Madre e figlio erano usciti per fare un’escursione in canoa sulla Chesapeake Bay vicino Annapolis. Partita immediatamente la missione di soccorso, ieri è stato rinvenuto il corpo senza vita della nipote di Robert Kennedy.
Ho quindi pensato di agganciarmi a questa tragica notizia per proporvi una foto tratta dal reportage che il fotografo Paul Fusco fece nel 1968 dal treno che trasportava proprio la salma di Robert Kennedy, ucciso tragicamente nella notte tra il 5 e il 6 giugno a Los Angeles mentre festeggiava la vittoria alle primarie della California. Un treno che da New York arriverà a Washington. Migliaia di persone tra militari e semplici cittadini si riversarono per strada, lungo il tragitto che costeggiava le rotaie in cui il treno sarebbe passato per rendere l’ultimo omaggio al feretro di quello che sarebbe potuto diventare il nuovo Presidente degli Usa. Paul Fusco, come detto, fu incaricato dalla rivista Look Magazine, di salire sul treno per fotografare il funerale. Fusco il giorno non doveva lavorare ma si recò comunque in redazione e, vistolo, il direttore lo chiamò nel suo ufficio e gli disse di recarsi a Penn Station da cui sarebbe partito il treno. Arrivato in stazione Fusco fu fatto salire sul treno e accomodare su un vagone. Non aveva idea di come realizzare quel servizio né il direttore gli aveva fatto richieste particolari. Fusco sapeva che, una volta arrivato a destinazione ci sarebbero state decine di macchine fotografiche e cineprese a immortalare l’evento. Aveva bisogno di un’idea. Rapidamente. E la ebbe guardando fuori dal finestrino dove vide la moltitudine di persone assembrate per dare l’ultimo saluto al loro Presidente. Abbassò dunque il finestrino e iniziò a scattare le foto alle persone che, commosse, facevano da picchetto d’onore al treno.
La maggior parte di loro erano semplici cittadini, di varia estrazione sociale, che videro nell’omicidio del giovane Kennedy la fine delle loro speranze per un futuro migliore. Per questo motivo decisero questa curiosa forma di omaggio. La folla, lungo il percorso era realmente assembrata in ogni luogo, anche in punti pericolosi. C’era chi si era messo l’abito buono e chi invece era a petto nudo e sporco ma che non aveva voluto mancare all’ultimo saluto.
Fusco salì sul treno con tre macchine fotografiche e trenta rullini a colori scattando quasi duemila fotografie, cinquanta tre delle quali andranno a comporre, trent’anni più tardi il libro che ripercorre le tappe di quel viaggio. Fusco ovviamente fotografò le persone senza mai scendere dal treno o attendere che questo fosse fermo alle stazioni. Per questo motivo molte delle foto, soprattutto quelle scattate quando la luce iniziò a calare risultano mosse o poco nitide. Ma questo non toglie nulla alla qualità del messaggio che questo splendido reportage ci consegna.
Bene anche per oggi è tutto.
Un saluto e alla prossima Pillola.
Ciao!
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