Pillola di Fotografia #15: Una domenica al Louvre

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Pillola di Fotografia #15: Una domenica al Louvre

 

Ciao a tutti. Eccoci al consueto appuntamento con la Pillola di Fotografia.

Volevo dedicare questa Pillola alla commistione tra pittura e fotografia. Non al dualismo, sia ben chiaro, ma proprio al come pittura e fotografia possano mischiarsi insieme.

E non mi andava di parlare di Pittorialismo, ovvero di quella corrente della Fotografia che si sviluppò tra il finire del XIX secolo e l’inizio del XX secolo. Ci sarà tempo e modo per parlarne.

Comunque, torniamo a noi. Ieri guardavo un breve video che parlava del pittore americano Edward Hopper e di come Hopper usasse la luce per dipingere. Uno dei quadri più famosi, e che a me piace moltissimo proprio per quella sua carica “fotografica” di Hopper è I Nottambuli (andatevelo a cercare, sono certo che lo avrete visto almeno una volta nella vostra vita). Ed è una citazione fotografica di quel quadro che avrei voluto usare come foto della Pillola, ma non sono riuscito a trovare nulla in merito. Tuttavia quell’atmosfera, definita non a caso Hopperiana, verrà successivamente omaggiata da diversi fotografi che l’hanno voluta utilizzare nelle loro fotografie. Le dedicherò pertanto una delle prossime Pillole.

Oggi, per soddisfare questa mia voglia di mischiare la pittura alla fotografia ho selezionato questa splendida foto di Willy Ronis, fotografo francese vissuto il secolo scorso. E’ un fotografo che io amo molto perché seppe interpretare la street photography con una poetica incredibile. Era un fotografo cosiddetto umanista, al pari di un altro grande fotografo francese, Henri Cartier-Bresson.

Di Ronis consiglio vivamente un libro edito da Contrasto, dal titolo Le regole del caso, della collana Lezioni di Fotografia, in cui ci illustra alcune delle sue foto suddividendole nei cinque punti cardine su cui Ronis baserà tutto il suo lavoro.

Ma torniamo alla nostra fotografia, dal titolo “Una domenica al Louvre”, scattata nel 1988. Vediamo come lo stesso Ronis racconta questa fotografia:

“Nel corso delle mie visite al Louvre, avevo notato che i giorni di grande affluenza, le cornici dei quadri vengono quasi nascoste dalla linea continua dei visitatori. Eccomi, quindi, una domenica dell’estate del 1988 davanti a “L’incoronazione di Napoleone” (del pittore Jacques-Louis David, 1805-1807, ndr) scelto da me in anticipo per lo stile realistico, e aspetto che una delle numerose guide porti il suo gruppo davanti al dipinto. […] Il gruppo seguente mi sembra più equilibrato e si amalgama meglio con i personaggi del quadro che, il giorno dell’incoronazione, avevano avuto l’insigne privilegio di assistere all’indimenticabile cerimonia. Avevo addirittura, in basso, una indomita repubblicana che dava le spalle alla cerimonia”

Ed è proprio vero. Se guardiamo la foto vediamo come il moderno gruppo di visitatori del museo sia perfettamente uniforme e “inserito nella scena” come se anche loro facessero parte del pubblico originale, inseriti cioè dall’autore del quadro anziché dal fotografo con la sua maestria compositiva. Maestria compositiva e pazienza nell’attendere il gruppo giusto di visitatori. E l’attesa ha portato anche quell’ elemento di rottura fortissimo dell’immagine ovvero la signora, la “indomita repubblicana” che col suo dare le spalle alla “scena madre” (che può essere dovuto a mille motivi tra i più disparati) si pone come elemento significante dell’immagine (per dirla alla Roland Barthes). E che da forza alla fotografia.

Questa fotografia, Ronis la inserisce nel punto cardine denominato “riflessione” ovvero quel modo di organizzare la scena da fotografare, sapendo che qualcosa di certo accadrà.

Come detto, Willy Ronis è un fotografo straordinario, che merita di essere conosciuto e studiato da chi ama la Fotografia e vi invito veramente a procurarvi il libro di cui sopra.

Bene. Anche per oggi è tutto.

Un saluto e alla prossima Pillola.

Ciao!

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